L’ ONCOPLASTICA facciale è una branca della CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA con la finalità di offrire al paziente un pool di Specialisti tutti con esperienza nel trattamento dei tumori della pelle.
Il team è composto da:
I Tumori della pelle sono molto diffusi e i più comuni sono sicuramente gli EPITELIOMI (Basocellulari e Spinocellulari) e il MELANOMA. Si possono localizzare in qualunque distretto corporeo (viso, tronco, arti) e possono colpire anche le mucose (bocca, genitali).
In caso di neoplasie con notevole capacità infiltrativa localizzate in aree nobili (VISO), in caso di recidive multiple e/o con margini talmente sfumati da rendere difficile identificare dove termina il tumore e inizia il tessuto sano, si interviene con la cosiddetta CHIRURGIA di MOHS con l’Isto-Patologo che affianca il Chirurgo in Sala operatoria ed esamina in tempo reale il pezzo anatomico appena rimosso.
La metodica prevede la suddivisione dello stesso in varie parti che vengono successivamente congelate al criostato; da ognuna di queste parti si ottengono numerosissime sezioni istologiche che vengono esaminate in estemporanea dal Patologo. Il taglio delle sezioni avviene in modo tale da rendere possibile la valutazione di tutti i margini di resezione chirurgica e da assicurare così la completa rimozione della neoplasia. Qualora un margine di resezione sia interessato dalla neoplasia, il chirurgo procederà immediatamente all’allargamento dell’escissione nella zona corrispondente fino alla sicurezza istologica che la neoplasia sia stata asportata completamente. In media la Metodica Mohs prevede un tempo medio d’esecuzione della parte istologica di circa 2-4 ore e si riserva a casi ben selezionati.
Si ha però un’elevata sicurezza della radicalità e si riducono al minimo i rischi di recidiva.
Anch’esso è ubiquitario, può insorgere ex novo o su un nevo pre-esistente. Pertanto massima attenzione ad un nevo che si ingrandisce o varia di colore. Per la valutazione del cambiamento patologico di un nevo vale la semplice regola ABCDE dove:
Per meglio seguire l’evoluzione patologica dei nevi è bene effettuare periodicamente, nei pazienti a rischio, la visita seguita dall’epiluminescenza effettuata da un Dermatologo con esperienza specifica.
L’unica terapia valida di un MELANOMA, sospettato o riconosciuto tale è, come per gli Epiteliomi, l’asportazione chirurgica ampia. Il Melanoma, a differenza degli Epiteliomi, può dare metastasi attraverso la via linfatica e il rischio è correlato al suo grado di invasione nel contesto dell’epidermide.
A partire da 1mm di spessore l’asportazione del Melanoma con margini sani non è più sufficiente ma bisogna indagare l’eventuale inquinamento metastatico dei linfonodi tributari di quella regione.
Per valutare la presenza di metastasi linfonodale distrettuale si procede alla ricerca del cosiddetto “Linfonodo sentinella”
Per esempio:
Si rimuove una lesione pigmentata dell’arto superiore e l’Istologo fa diagnosi di Melanoma con infiltrazione dello spessore della pelle superiore a 1mm.
Questo referto mette il paziente a rischio di metastasi per via linfatica. Invece di asportare tutti i linfonodi del cavo ascellare dello stesso lato si ricerca tra questi quello definito “Linfonodo sentinella” il quale filtra la linfa prima degli altri.
Il “linfonodo sentinella” viene individuato perché reso radioattivo da un liquido iniettato preventivamente nella sede originaria del melanoma e, quindi, asportato. Se viene riconosciuto colonizzato da cellule di melanoma, e solo in questo caso, si procederà, in un successivo intervento, alla rimozione di tutti gli altri linfonodi del cavo ascellare (linfoadenectomia redicale).
In caso contrario, cioè linfonodo senza cellule di melanoma, il paziente termina a questo punto l’iter chirurgico e dovrà fare solo dei controlli periodici dal dermatologo.
Nell’ambito della Chirurgia Oncoplastica si eseguono i seguenti interventi:
Gli interventi vengono effettuati in regime ambulatoriale.
Se necessario, ad esempio per la ricerca del linfonodo sentinella, è previsto il ricovero breve (Day-Surgery) o anche il pernottamento.
Di solito è sufficiente l’Anestesia locale con assistenza dello Specialista.
L’Anestesista è indispensabile durante la sedazione superficiale e ovviamente per condurre l’anestesia generale.
Le cicatrici antiestetiche possono essere migliorate ma non possono essere “cancellate”: lo scopo da raggiungere è “confezionare” una bella cicatrice che si veda di meno rispetto ad una brutta cicatrice.
L’estetica di una cicatrice è condizionata da 3 parametri:
Il Chirurgo deve avere nel suo bagaglio tecnico-culturale cognizioni che gli permettano di ottenere un risultato ottimale sia se operi sul dorso che sul viso.
La sede ideale per ottenere una buona cicatrice è inaspettatamente il viso, in particolare la fronte dove c’è minima tensione e vi sono pieghe naturali entro cui far coincidere le cicatrici.
Sul dorso o su una gamba, invece, c’è tensione e non ci sono pieghe naturali, per cui è più difficile ottenere un buon risultato.
Il paziente deve seguire scrupolosamente delle regole indicate dal chirurgo: trasgredire significa, spesso, compromettere un buon risultato.
Una cicatrice può essere “brutta” perché:
La Plastica di una cicatrice consiste nella sostituzione (non cancellazione) di una cicatrice “brutta” con una più “bella” che si noti di meno e si confonda più facilmente nelle pieghe naturali; per questo obiettivo il Chirurgo Plastico Ricostruttore sceglierà la tecnica che ritiene più utile.
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